Napoli, 4 aprile 2011 – La storia di un sacerdote che non ha mai mollato. Questo è “Il cancro sociale: la camorra”, libro autobiografico di Don Luigi Merola. Il prete coraggio di Forcella, entrato a far parte della commissione Antimafia, in qualità di consulente, ha presentato nella saletta rossa della libreria Guida a Port’Alba il suo ultimo lavoro. La lotta interiore nel vedersi costretto a lasciare Forcella, rione nel quale ha combattuto per sette lunghi anni contro i clan e soprattutto contro lo spaccio di droga. E dove, nel 2004, venne uccisa Annalisa Durante, la quattordicenne colpita a morte durante un conflitto a fuoco tra bande rivali. La sua battaglia contro i clan la rese ufficiale nell’omelia che pronunciò al funerale della minorenne. Le minacce che ne seguirono gli valsero la scorta. Da qui la nascita della fondazione “A voc de’ e’ creature”, ancora minacce e la nuova destinazione. A Roma per collaborare insieme al Ministero dell’istruzione con un programma di incontri per insegnare la legalità nelle scuole. Poi il ritorno a Napoli, quando il Cardinale Crescenzio Sepe gli affida il possesso canonico della parrocchia di San Carlo Borromeo alle Brecce. Sono questi i capitoli che compongono le 123 pagine de “Il cancro sociale: la camorra”. Nel libro, tante interviste inedite, e tutti i volti incrociati nel corso degli anni vissuti in trincea.
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